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TANAKE 3ree
november 2007
nipa.prodz | Ebria Records | Fratto 9 Under the sky records
[npz.003|bronto009|fratto005]
recorded in may 21 and 22, 2006 by ivan antonio rossi at shape recording studio in cascina (PI); mixed between 2006 and 2007 by ivan antonio rossi at 8brr studio in milan; mastering and post-production: ivan antonio rossi
MartinoAcciaro DrumsTypewriterNoise
MaurizioBosa BassAmFmWaves
RobertoAcciaro GuitarTromboneAmFmWaves
track list
1.Loft Serenade
2.Ingredienti Per 3 Persone
3.Dismorfofobia di Marylin
4.Could Your Brain Be More Reflective Than a Mirror?
5.Dustin Soup
6.Utilità Sociale Intesa Come Interesse Della Collettività Alla Ma
7.Nothing's Possible Without 4 Strings and a New Coat
8.Boonaburra [Figlio di una Giovane Anatra Solitaria Violentata Da
9.Stroke 4 Gradient Red
10.Contessa Abbandona le Gare
11.Ozio Acrobatico
REVIEWS..........................................................
16-Jan-2008 4:00 PM – Tanake – 3reeTanake – 3ree (11tx CD, 42’23” – fratto9 under the sky + ebria + nipa.prodz ‘o7) – Rumours say Tanake paid something like one thousand euro for 3ree cover artwork.. ahahahah no no, just kidding, – anyway i was just wondering. – BTW, i’m not new to Tanake [read past komareview for Reazioni Pilomotorie], ensemble of three, at third full lenght (am i right?), coproduced by three record labels.. please stop that.. From italy, here lightly slowing down Their wild jazz amuck where Music was an imploding volcano of throttled sounds, although They still space into experimental free jazz world, now with a different intelligence. Out of tune bass guitar sometimes distorted, typewriters, excellent drumming (praise on LoftSerenade and DustinSoup) that will never be a mere timekeeper, trumpets like They were animated and chatting (Boonaburra), a bright guitar solo on sleepy DismorfofobiaDiMarylin, with an end like a closing curtain, – no surprise They found a new distributor like Jazz Today. Music full of tension and radical improvvisation. – Vote: 3 – hahaha no, got you, kidding again, – i love this record, a good company. / Myspace/tanake. // Tanake – 3ree (11tx CD, 42’23” – fratto9 under the sky + ebria + nipa.prodz ‘o7) – Pettegolezzi raccontano che i Tanake hanno pagato qualcosa tipo 1000 euro per commissionare l’artwork di 3ree.. ahahahah no no, scherzavo.. cmq mi chiedevo com’era andata.. In ogni modo, non sono nuovo ai Tanake [ leggi vecchia komarecensio per Reazioni Pilomotorie], ensemble di tre, al terzo disco (giusto?), coprodotto da tre etichette.. ok, stop. Dall’italia, fra nuoro e firenze, su questo disco frenano leggermente quella Loro follia omocida jazz dove la Musica era un vulcano che implodeva di suoni strozzati, sebbene ancora spaziano in un mondo free-jazz di esperimenti, ora con un senno differente. Basso scordato a volte distorto, macchine da scrivere, eccellenti percussioni (egregie su LoftSerenade e DustinSoup) di un batterista che non sarà mai un mero reggitempo, trombe come se fossero animate e a chiacchierare (Boonaburra), un luminoso solo di chitarra sull’assonnata DismorfofobiaDiMarylin che si chiude come scendesse il sipario, – non mi stupisco siano finiti su un distributore come Jazz Today. Musica piena di tensione e radicale improvvisazione. – Voto: 3 – hahaha no, no, scherzavo pure qui.. – amo questo disco, è di buona compagnia.
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Tanake – 3ree (Fratto9/Ebria/Nipa, 2007)
Written by Andrea Ferraris
Friday, 28 December 2007
tanakeMi sono avvicinato al disco dei Tanake in modo molto curioso ma allo stesso tempo circospetto, la ragione stava nel fatto che pur avendo avuto modo di vedere un loro bel live non so più dove e quando, ero anche rimasto poco soddisfatto dal loro primo cdr e non perchè fosse brutto, anzi, aveva i suoi bei momenti, ma mi sembrava un po’ sfocato ed un po’ acerbo. L’esercizio ed il tempo però fanno miracoli ed il disco dei Tanake non smentisce questa regola. Innanzitutto la registrazione è adeguata ad un gruppo del genere e poi i toscani rispetto al passato sembrano quasi sviluppare quello che può addirittura sembrare il telaio di una struttura. Non fraintendetemi, a loro modo i tre toscani sono sempre parecchio “free”, ma azzardiamo che si potrebbero inserire idealmente fra I/O ed i loro conterranei Starfuckers/Sinistri. Questa collocazione fittizia è dovuta al fatto che con i primi condividono oltre che le etichette ed una certa fisicità anche un vagito di forma, con i secondi il fatto di lasciar intere parti del dialogo oscurate. Come dicevo trovo che le tracce più riuscite di questo lavoro dei Tanake siano quelle dove finiscono per sembrare in fase di messa a fuoco, mentre le parti free sono buone ma non hanno mai particolari picchi che le differenzino da altri gruppi dello stesso ambito, invece le fasi in cui si muovono autisticamente su una linea, in cui sembrano cercare di accordarsi: creano una tensione interessante (i pezzi uno e quattro ad esempio). Il disco rimane sempre concentrato su tonalità fosche ed a tratti addirittura plumbee, non sono pochi gli attacchi sclerotici jazz-core che sarebbero piaciuti così tanto ad Arto Lindsay quand’era più nevrotico ed aveva più capelli. Anzi per quel che mi riguarda quando i Tanake si mantengono in uno scenario psico-bombardato stile No New York/Lourie/Permanent Vacation riescono a dare un po’ il loro meglio. Ruvidi, abbastanza muscolari e con un taglio mai troppo “colto” (parlo dello stile) quando si perdono un po’ nel buio trovano la loro luce.
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Band a metà strada tra Firenze e Nùoro (i tre componenti del gruppo provengono tutti dalla città sarda, ma si sono conosciuti in toscana) Tanake, dopo due album autoprodotti, riesce (meritatamente) ad acquisire (si spera) un po’ di visibilità in più, grazie al lavoro combinato di Nipa.prodz, Fratto9 e Ebria Records, etichetta che, ancora una volta, conferma il suo particolare tatto per la musica di qualità.
I punti di partenza di Roberto Acciaro (chitarra, trombone, onde radio e oggetti vari), Maurizio Bosa (basso elettrico, onde radio e oggetti vari) e Martino Acciaro (batteria e oggetti vari) sono ben chiari e definiti, sia a parole (nelle loro stesse dichiarazioni d’intenti) che nei fatti (cioè nel sound risultante): King Crimson, June Of ’44, Storm & Stress, Albert Ayler, Don Caballero, Soft Machine, Voivod, Zu (e la lista potrebbe continuare ancora un bel po’). In sintesi, lo stile del trio si muove su quattro direttrici principali, intersecandole in maniera suggestivamente dialettica: il free jazz storico, che costituisce il fondamento filosofico dell’improvvisazione libera; l’anima più “progressiva” del jazz-rock britannico; il post-rock avanguardista degli anni ’90 e, infine, il jazz core impastato con i suoni duri del metal, il cui riferimento più diretto ci sembrano i romani Zu. E proprio la band di Ostia si presta ad un paragone più diretto con i Nostri, se non altro nella scelta di soluzioni sonore aggressive, ritmi sghembi e ironia da vendere.
Ma se il trio ostiense si muove dentro forme (volutamente) più squadrate, in modo da renderle malleabili, Tanake gioca con l’assenza di forma (che di tanto in tanto si prova a ricomporre) gettando in questo calderone totalmente free i suoni più disparati (macchine da scrivere in azione, feedback, onde radio), che vanno ad affiancare i tre strumenti principali (la tela del quadro) e cioè chitarra, basso e batteria. Di non secondaria importanza il trombone, a cui è affidato il ruolo di “jolly” e la possibilità di intrufolarsi a piacere tra le texture, richiamando immancabilmente la metafora elefantesco-circense-bandistica.
3ree è un viaggio attraverso le possibilità della fantasia. Una fantasia che spazia dall’irruenza di brani come Loft Serenade e Dustin Soup, alle “canterburianate”di Unità Sociale Intesa Come Interesse…., passando per il post-rock di Could Your Brain…, a metà tra Slint e Gastr Del Sol, il jazz-core “zuista” di IngredientiPer3Persone e la calma piatta di Dismorfofobia Di Marilyn e Ozio Acrobatico.
Inutile dire che una band con un approccio del genere, per la quale l’improvvisazione rappresenta il qui ed ora e l’essenza stessa della musica, guadagna buona parte del suo appeal sul pubblico nelle performance live. Considerando che sono italiani, non dovremmo aspettare molto…(7.3/10)
Sentire Ascoltare-di Daniele Follero
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I/O – POLYTONE (CD by Fratto9)
TANAKE – 3REE (CD by Fratto9)
Two Italian groups are presented here on the Fratto9 label, a small independent also from Italy. I/O, formed in 2002, make no secret of it that they are followers of Can. So no surprise that they have performed with Damo Suzuki. It is a quartet made up by Luca Mauri (guitar), Paolo Romano (double bass), Paolo Benzoni (drums) and Andrea Reali (voice and electronics), presenting with ‘Polytone’ their second release. The guitarstyle reminds of the playing of Michael Karoli. The non-verbal singing is another similarity with Can. By repeating rhythmic patterns they create a hypnotizing atmosphere, the guitar playing simple riffs above it, and the drummer trying to keep it going and together. In each track they fulfill this same ritual of minimalistic rock. In some of the tracks the magic happens, like in the second track. Because of this stripped down approach it is important that during the piece gradually a tension is built up that leaves you no escapade as a listener. But that didn’t happen with me while listening to I/O. Although it must be said that this is a good band with potential. Like Can they used no overdubs. Everything was recorded live in the studio in order to capture as much as possible of the created atmosphere. By the way, the mastering was done by Giuseppe Ielasi.
Tanake is about something else. It is as trio: Martino Acciaro (drums, typewriter, noise), Maurizio Bosa (bass, Am Fm waves), Roberto Acciaro (guitar, trombone, Am Fm waves). In 11 tracks they try to visualize their version of free rock. Their music arises from endless improvisation I suppose. As they are experienced in this, they choose to record their CD live, using no overdubs. In several pieces they worked out there ideas satisfactory, like in ‘Dustin soup’. Other pieces however remain on an experimental level and fail to impress. Acciaro plays some great trombone in ‘Ingredienti per 3 persone’. And I would love to hear more of it. But in most tracks however we hear him on guitar. Throughout it is the drummer where most ideas come from. In a piece like ‘Utilita…’, they prove that also in introvert pieces they can built interesting structures. No doubt that I/O and Tanake are two interesting bands of good musicians, not convincing in all aspects, but I hope they will find more of a own voice. (Dolf Mulder)
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BelloBelloBelloBelloBello
L’esistenza di una etichetta-realtà come quella della “fratto9 under the sky” (sul sito si legge “frattonove è una piccolissima etichetta a conduzione famigliare, nata per passione. non cercate fama e gloria al suo interno, buttereste via del tempo…”) mi emoziona.
Il fatto che il disco sia stato co-prodotto dalla ebria records, tra le cui realizzazioni spicca anche Cicatrici degli OVO di Bruno Dorella (un lavoro che amo!) mi rende già entusiasta ancora prima di inserire il disco nel mio lettore cd. E naturalmente l’ascolto non tradisce…
Opere di confine come questa (tra jazz, avanguardia e sperimentazione) fanno sempre bene allo spirito. Non solo perché un flusso di coscienza sonoro espresso da un lavoro come “3ree” è lontano da qualsiasi stereotipo e quindi difficilmente etichettabile, ma anche perché sintomo di una libertà espressiva dinamica e personale affascinante, oserei dire, terapeutica. L’ascolto scorre fluido senza compromessi di sorta, elevandosi qualitativamente grazie a un significativo tecnicismo (mai fine a se stesso) sviscerato con intelligenza. L’improvvisazione scorre libera stimolando un abbandono emozionale che non dà spazio al prevedibile… a tratti molto personale e quindi a rischio di essere freddo e distaccato e invece quest’ opera riesce a percuotere i sensi emozionando e sorprendendo.
E come suggeriscono loro stessi “Tanake è musica improvvisa, è cuore polmoni sudore (il cervello c’è ma si tiene nascosto), è musica mentalmente fisica, è musica fisicamente mentale, è il crepuscolo all’alba, il miele amaro, la fresca decomposizione, la gioia del pianto. Tanake è musica generata dai tre suoi spasimanti…”. E questa consapevolezza non possiamo che sottoscriverla.
Consigliato!
Nova Muzique HYPERLINK “http://www.novamuzique.net” www.novamuzique.net – Antz
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Loris Gualdi per Music on Tnt
Se l’Ebria record si presenta con la Fratto9under the sky records, sappiamo già di per certo che, ciò che andremo ad ascoltare, sarà qualcosa di molto impegnativo dal punto di vista musicale. Un prodotto che non sarà capito da molti. Questa difficoltà infatti, rimane forte prerogativa da sempre dello scomodo free jazz, dell’improvvisazione e del rumorismo. Solo chi riuscirà ad astrarsi dalla realtà e da quelle sonorità maggiori, che ci risultano armoniche solo perchè il nostro orecchio le riceve tali per abitudine all’ascolto, riuscirà a godersi il terzo disco di Tanake.
“3ree” ricalca l’impronta dei precedenti lavori, mostrandosi più maturo e meno accomodato rispetto all’esordio di “Tzu.zu.ku”. Questo ultimo lavoro fortunatamente è stato registrato in presa diretta; infatti mi trovo in accordo con chi sostiene l’inevitabilità della naturalezza d’incisione, essenzialmente l’unica modalità per riprodurre la reale improvvisazione. Forse esagero nel definire scomodi e inutili i brevi silenzi tra una track e l’altra, che sembrano quasi disturbare un flusso che forse, troverebbe una maggior forza nella sua continuità.
Il disco offre scampoli di armonia ridonadante e liminare al post rock come in “Could your brain be more reflective than a mirror?”, senza però mai dare spazio alla banalità, come si evince dagli spericolati titoli, che mescolano ironia e metaforico sarcasmo politico come “Unità sociale intesa come interesse della collettività alla manifestazione del peniero” oppure “ Boonaburra ( Figlio di una giovane anatra violentata da un topo d’acqua”.
Se le linee basso appaiono gli elementi preponderanti nel dettare la via, inevitabile non si può non sottolineare il lavoro jazzistico dei fiati, quello dell’ inquietante blobbing realizzato dalla am/fm waves e la responsabilità della patina noise che spesso appare nei brani.
Insomma un disco che per certi versi omaggia “()” dei Sigur Ros, per la sua veste grafica e per la non necessaria definizione di confini, ma che con l’alternative sound ha poco a che vedere. In questo caso siamo di fronte al coraggio musicale di buoni strumentisti, che forse hanno ben chiaro come “le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine negli scacchi, possono essere mangiate ma anche dare avvio ad un gioco vincente”.
Loris Gualdi per Music on Tnt
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l trio sardo-fiorentino composto da Roberto Acciaro, dal fratello Martino e da Maurizio Bosa (rispettivamente chitarra e trombone, batteria e noize, basso, tutti e tre coinvolti nell’uso di frequenze radio e matrici elettroniche) vara il progetto Tanake con la prima uscita discografica ufficiale per i tipi di Fratto9: una raccolta di episodi strumentali dal sapore impro spigoloso e modulare.
Il lavoro si apre programmaticamente con “LoftSerenade” (non è un refuso, tutti i titoli dei brani sono scritti tuttattaccato), una miscela di cut-up al nastro magnetico con il free-jazz che innesca nella mente dell’ascoltatore immaginari di matrice pseudo-ideologica, non particolarmente originale ne’ a fuoco.
Ma il disco, fatto tutto di alti e bassi, prosegue in modo estremamente più significativo, con “IngredientiPer3Persone”, caratterizzato dal sax in forma dialogica che contrappunta gli altri strumenti con paradossali pattern da teatro-canzone che con qualche controllato azzardo si potrebbe far risalire alla sensibilità di un Kurt Weill. Lo stesso compito tocca alle pulite note di chitarra nella più rarefatta “DismorfobiaDiMarylin”.
Altamente accattivante l’incedere marziale di “CouldYourBrain…” l’unico brano del disco che non segue soluzioni impro-free, che in compenso può contare su un ottimo riff ipnotico di chitarra che è la vera quadratura del brano.
D’altro canto brani come “Dustin Soap” e “NO_Thing’SPossibleWith_OUT…” (con quest’altro che si tiene degnamente in piedi su incastri e strutture piacevolmente più nette) fanno ripiombare l’ascolto nel solco di un canone impro stiracchiatino, decisemente meno convincente, stessa cosa dicasi per il cut-up di maniera di “UtilitàSociale…”.
In quest’ottica alterna ben più articolate le rarefazioni alla Supersilent sopra una batteria più forsennata che mai di “Boonaburra” e della sua appendice, “Stroke 4 Gradient Red”, così come il funk monocromo di “LacontessaAbbandonaLeGare”, con le strutture di chitarra e batteria che sono una l’antistruttura dell’altra.
Infine, decisamente bene la chiusura dell’album con “OzioAcrobatico”, composizione fatta di un crogiolo di fremiti dal minimo livello armonico, di tocchi ermetici, di cigolii, che riesce a dare finalmente una sensazione spettrale, o, sotto un altro punto di vista, addirittura space, come una versione cupa dell’umanesimo di stampo bruniano dell’Arkestra del maesto Sun-Ra.
In sintesi, questo aggregato di brani si mostra come un progetto nel quale interagiscono diversi approcci tutt’altro che eterogenei. Sia in termini di sensibilità verso lo strumento da parte dei tre musicisti, e questo è decisamente l’aspetto positivo, in quanto fornisce ad ogni brano coloriture musicali plurali e a tratti multimodale. Sia, meno opportunamente, nel senso che la sequenza dei brani si presenta come una sequenza accidentata nella quale il trio non sceglie mai la direzione da seguire.
Pasquale Napolitano -Freak Out
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Tanake, “3ree”, nipa.prodz/ebria/fratto9 under the sky
“Tanake è musica improvvisa”. Si presenta così il trio sardo, ma fiorentino d’adozione, sulle pagine del proprio sito. Gioco di parole, giacché sta tutto nell’improvvisazione il fulcro della musica di “3ree”, terzo parto della band, punto d’arrivo (ma anche di partenza, c’è da giurarci) di un percorso iniziato con “tsu.zu.ku” del 2000, dove l’idea era quella di generare comunque delle vere e proprie canzoni. Il passaggio a un livello successivo avviene 4 anni dopo con l’ottimo “Reazioni pilomotorie”, dove la ricerca di un maggiore equilibrio tra improvvisazione e melodia finisce per dare ragione alla prima. Oggi, la faccenda si fa decisamente più chiara: nessuna intenzione di assecondare la forma, ma solo la sostanza di un suono in continuo itinere, dato dall’incontro/scontro tra gli strumenti. Le iniziali predilezioni per certo math-rock trasfigurato ormai sono per lo più un ricordo: una sorta di free-jazz-rock (chitarra-basso-batteria, trombone e onde radio) è ora il definitivo campo di battaglia. Un ascolto che per orecchie non allenate può risultare estenuante, ma chi bazzica volentieri le palestre di libertà espressiva, troverà pane per i propri denti.
Guido Siliotto
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Finding ways of communication: A spooky mirror image of a Space Rock band
So much of our life is based on easy categorisations. The music business, especially, seems to be built entirely on the merits of labels, references, quotes and the possibility of integrating a particular tune into a DJ mix. Tanake are a threat to this line of thought and intellectual arsonists to a world which despises being woken from its comfortable slumber.
A trio of Roberto and Martino Acciaro as well as Maurizio Bosa, the band have made it their creed to allow their improvisations to flow where they please and to follow them at all costs. The outcome is not always easy to consume, does not seek to please or aim for facility, brims with the energy of the club and the power of collective performance and welds the worlds of (Post-)Rock, (Free-)Jazz and Sound Art firmly together.
If you want to catch a glimpse of what to expect, it will suffice to listen to the first and last track of “3ree”, their (you might have guessed it) third album since they started playing together around the turn of the millennium - as well as a random piece in between. Seven minute opener “Loft Serenade” debuts with crackling radio samples blurred by parasitic frequencies and the sounds of the instruments charging into action, enters a phase of gradual rapprochement between the trio before unleashing a storm of angry bass notes, wild percussion rolls and tight-lipped trombone compressions.
The concluding “Ozio Acrobatico”, meanwhile, is a quiet noisescape built from rhythmic typewriter emissions, spatial feedback and the sweet hum of amplifiers, as well as haunting rushes of what could be processed cymbals or metal processings. Bosa’s bass enters the picture by silent accord, lending a monotonously pushing forward drive to an otherwise perfectly static piece.
On yet another note, a track like “Dismorfobia di Marylin” is close to a spooky mirror image of what a Space Rock band would play on a funeral, glassy guitar tones hitting the reverb space of deep undulations running at half-speed, while the drums provide nothing but occasional impulses and structure.
This constant hence and forth between styles and genres keeps “3ree” alive and well throughout, even though the music eschews both lyrical melodicity and utterly stunning technical virtuosity. Rather, it focusses on how its musicians are finding ways of communication in perpetually changing situations, which never award them the triumph of being content with what they’ve achieved.
As a listener, too, there are just as many moments of elation as of frustration. But that should not scare you off. Challenging your own categorisations may be painful – but inevitably leads to greater enjoyment in the future.
By Tobias Fischer
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The power of three...
Come sempre affermo, un trio può fare di tutto. Basta scomodare al volo nomi come Cream, Jimi Hendrix Experience, Rush e Police per avere una panoramica chiara e nitida di quanto il numero perfetto sia decisivo in musica. Credo valga anche per i Tanake. A guardare il cd, bianco accecante con geometrie perfette, luci, ombre, chiaroscuri e linee secche e precise, il tre rappresenta un limite grazie al quale favorire la creatività.
"3ree" è il terzo disco, frutto della coproduzione di 3 soggetti ben noti nell'underground italiano, Nipa.prodz, Ebria records e Fratto9 under the sky records. Il trio composto da Martino Acciaro, Maurizio Bosa e Roberto Acciaro dà alle stampe un lavoro fatto di "cuore polmoni e sudore", ma c'è anche una dimensione mentale che lotta con un approccio liberatorio. La sintesi perfetta è in pezzi come "Loft Serenade" e "Dust in soup", nei quali il trio mitraglia free jazz che poi rimonta tra le onde radio. Ma ad ascoltare "Dismorfofobia di Marylin" e "Could your brain" si torna alle desolate lande sonore di Slint e Tortoise, e con "Nothing is possible" a quelle degli Anatrofobia.
Un lavoro di taglia e cuci tra schegge sonore impazzite e segnali via etere, che non può non stupire.
Recensito da Donato Zoppo
- Genre
- impro.jazz